Messaggio per la GMMR2020
Il 13 maggio scorso, nei giorni della graduale uscita dal lockdown, papa Francesco ha pubblicato il Messaggio per la 106° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il tema scelto per quest’anno è “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. La scelta di tale argomento è connessa con la pubblicazione, appena una settimana prima, degli “Orientamenti Pastorali sugli Sfollati Interni”, da parte della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il dramma degli sfollati interni, che riguarda la maggior parte delle persone forzatamente sradicate nel mondo (45,7 milioni di sfollati interni, su un totale di 79,5 milioni di persone forzatamente sradicate), rimane spesso un dramma «invisibile»: si tratta infatti di persone costrette a fuggire dal proprio luogo di residenza abituale, che però non hanno potuto varcare un confine internazionale riconosciuto. La loro già difficile situazione è stata ulteriormente esasperata dalla crisi mondiale provocata dalla pandemia di Covid-19.
Rifacendosi all’icona evangelica della Santa Famiglia di Nazareth che fugge in Egitto per sottrarsi alla persecuzione di Erode, icona che nel 1952 ispirò Pio XII nel redigere la Costituzione apostolica Exsul Familia, il papa invita a riconoscere «il volto del Cristo affamato, assetato, nudo, malato, forestiero e carcerato che ci interpella» nei volti dei milioni di famiglie che vivono oggi le medesime realtà.
Per «accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni», papa Francesco suggerisce sei coppie di verbi, «che corrispondono ad azioni molto concrete, legate tra loro in una relazione di causa-effetto»: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere, collaborare per costruire.
Conclude il Messaggio una preghiera ispirata alla figura di san Giuseppe, che protesse il Bambino Gesù e sua madre «dai pericoli e dalle minacce dei malvagi», perché «possa confortare e proteggere tutti quei fratelli e quelle sorelle che, spinti dalle guerre, dalla povertà e dalle necessità, lasciano la loro casa e la loro terra per mettersi in cammino come profughi verso luoghi più sicuri».
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