Migrantour a Porta Palazzo
Il giro del mondo in 80 giorni era il titolo di un celebre romanzo d’avventura di Jules Verne; venerdì pomeriggio il giro del mondo è stato compiuto in sole due ore, passeggiando attorno ad una piazza: Porta Palazzo, il mercato più grande d’Europa, offre uno spazio in cui le distanze fisiche e temporali svaniscono, raccogliendo in un unico luogo un caleidoscopio di colori, odori, idiomi, volti e sensazioni, provenienti da ogni parte del pianeta. Le Porte Palatine, la galleria Umberto I, le botteghe storiche di spezie e cereali, il padiglione liberty dell’Antica Tettoia dell’Orologio… sono alcune tappe di questo intenso viaggio.
Il progetto Migrantour, nato proprio a Torino nel 2009 e oggi attivo in 16 città europee, vuole valorizzare la multiculturalità che ha trasformato e ormai caratterizza le nostre città, proponendo una serie di passeggiate urbane interculturali accompagnati da persone di origine migrante. Si tratta di un’occasione per sperimentare nuove forme di turismo responsabile a km zero e ad impatto ambientale nullo, che favorisce l’incontro fra concittadini di diversa provenienza.
Sono presenti altre quattro passeggiate nella città di Torino.
Passeggiando tra le vie di San Salvario, quartiere modello di integrazione e riqualificazione urbana, si compie un viaggio tra le religioni del mondo. Partendo dalla stazione di Porta Nuova, si passa dal Tempio Valdese, per proseguire l’itinerario verso la Sinagoga, la Chiesa cattolica dei S.S. Pietro e Paolo e terminare con un incontro presso la sala di preghiera islamica Omar Ibn Al Khattab.
Borgo San Paolo, il “borgo rosso” della resistenza antifascista, è il quartiere più latinoamericano di Torino. Si parte dalla libreria Belgravia per un breve viaggio nella letteratura dell’America Latina, per proseguire poi con la visita di associazioni e progetti dedicati ai giovani di seconda generazione e conoscere, presso la Chiesa di Gesù Adolescente, le celebrazioni del Señor de los Milagros.
Regio Parco un piccolo gioiello alla periferia nord-est della città. Un luogo da riscoprire in cui le culture s’incontrano e dialogano. Dal Centro Interculturale della Città di Torino, che ogni anno propone corsi di formazione, eventi e attività con lo scopo di favorire la conoscenza e lo scambio tra nativi e migranti e che con successo promuove il progetto Giovani al Centro, per poi continuare il percorso verso la moschea di via Botticelli per un incontro sull’Islam. Attraversando il mercato di corso Taranto, tra i profumi e i sapori dell’Italia meridionale, e le case popolari nell’antico borgo di Regio Parco si giunge davanti alla Regia Manifattura Tabacchi che ricorda la storia delle operaie che qui lavoravano. L’itinerario si conclude presso l’Alma Mater, un’associazione tutta al femminile in cui si valorizzano le competenze e i talenti delle donne ancora una volta sotto l’insegna dell’intercultura.
Barriera di Milano è divenuta nel tempo un mosaico di culture, un laboratorio di progetti sociali che cercano di trasformare le fragilità del quartiere in potenzialità. Partendo dai Bagni Pubblici di via Agliè, si ammirano i murales di Millo, si scopre la solidarietà del progetto Fa Bene, per concludere presso “Il passo social point” centro sociale della Diaconia Valdese che offre servizi e attività rivolte ai giovani e alle mamme.
La possibilità di incontrare il mondo nella propria città, e di incontrarlo insieme a persone di origine migrante, sembra palesare una volta di più la sostanziale unità della famiglia umana, realtà che la stessa pandemia di Covid-19 ha messo in evidenza, mostrandoci come «siamo tutti sulla stessa barca», secondo le parole di papa Francesco. Nel suo Messaggio per la 106ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il papa aggiunge: «Ritrovarci ad avere preoccupazioni e timori comuni ci ha dimostrato ancora una volta che nessuno si salva da solo». «Per crescere – scrive – è necessario condividere»: condividere risorse, condividere tempo, condividere esperienze: «per crescere davvero dobbiamo crescere insieme».