3 ottobre: Giornata della Memoria e dell’Accoglienza
Lampedusa, 3 ottobre 2013: in un naufragio al largo dell’isola perdono la vita 368 persone. Bambini, donne e uomini che cercavano di raggiungere l’Europa nel disperato tentativo di trovare sicurezza. Dal 2016 il 3 ottobre è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in virtù della legge 45/2016. La ricorrenza è stata istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha preso posizione più volte a favore di questa iniziativa e ha salutato positivamente l’approvazione ufficiale, a metà marzo del 2016.
Da quel 3 ottobre ad oggi 17.900 migranti e rifugiati sono morti o risultano dispersi nel mar Mediterraneo.
Solo la scorsa settimana, ci sono stati cinque naufragi con almeno 200 morti lungo la rotta dalla Libia all’Europa. E nessuna nave di soccorso in mare, bloccate dai provvedimenti italiani che ostacolano gli interventi della flotta civile, e da un’Europa che promette solidarietà, ma continua a cooperare con le autorità di Tripoli, niente affatto estranee alla continua mattanza.
Solamente nella giornata del 21 settembre 111 morti: solo 9 delle 120 persone sono sopravvissute. Il rapporto tra partenze e persone morte in mare è drammaticamente mutato: nel 2018 moriva in mare 1 persona ogni 29 partite. Nel 2019 per ogni 6 persone partite 1 è morta.
Il 15 settembre scorso, votando il rinnovo della missione Onu in Libia, il Consiglio di sicurezza ha espresso «grave preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria» e per la situazione «affrontata da migranti, rifugiati e sfollati interni, inclusa la loro esposizione alla violenza sessuale e di genere».
L’iniziativa #siamosullastessabarca è la campagna del Comitato Tre Ottobre nata in occasione della sesta Giornata della Memoria e dell’Accoglienza.
La barca passa da mero simbolo delle migrazioni a metafora del mondo nel quale, prima di qualsiasi altra distinzione, siamo tutti esseri umani.
L’iniziativa nasce per riempire il vuoto e lo spaesamento etico con la partecipazione attiva dell’opinione pubblica e, in particolare, delle nuove generazioni al fine di stimolarli a diventare motore di un cambiamento duraturo attraverso il dialogo e la condivisione con l’altro.
“Drammi in mare, «corridoi» da allargare, norme da correggere“, di Paolo Naso (Coordinatore di ‘Mediterranean Hope‘, programma migranti e rifugiati della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia).
In calo il numero di migranti che perdono la vita nel mar Mediterraneo, ma il tasso di mortalità rimane elevato, Comunicato stampa della Fondazione ISMU.
Oggi e domani qui a Rivalta di Torino festeggiamo la famiglia di otto siriani arrivati un anno fa con i corridoi umanitari, ospitati presso il Filo d’Erba di Libera. Purtroppo il covid ha rallentato il loro inserimento, ma vogliamo ripartire alla grande, offrendo gesti concreti per testimoniare condivisione ed amicizia. Buona giornata della Memoria e dell’Accoglienza! !