18 ottobre 2020: Quattordicesima Giornata Europea Contro la Tratta
Il 18 ottobre, ricorre il quattordicesimo anniversario dell’istituzione della Giornata europea contro la tratta di esseri umani, contro ogni sfruttamento negli ambiti della prostituzione, dello sfruttamento lavorativo, delle economie illegali, dell’accattonaggio forzato, del traffico di organi, matrimoni forzati o adozioni internazionali illegali. Tale ricorrenza ci chiede di porre l’attenzione su un fenomeno grave e di ampia portata: secondo alcune recenti stime, nel mondo, le vittime di tratta sarebbero 40 milioni, per lo più donne e bambini. L’ONU ha stimato che i guadagni annuali dei trafficanti superano i 35 miliardi di dollari.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha elaborato una serie di indicatori per poter individuare i casi di grave sfruttamento lavorativo. Tali indicatori comprendono l’uso di violenza e minacce, la limitazione della libertà di movimento, la presenza di debiti a carico del lavoratore, il trattenimento del salario, il sequestro dei documenti di identità. Numerosi sono i lavoratori che vengono ingaggiati irregolarmente e sempre più diffuso sembra essere il cosiddetto “sistema del caporalato”, espressione con la quale si fa riferimento all’intermediazione, il reclutamento e l’organizzazione illegale della manodopera nonché allo sfruttamento lavorativo (prevalentemente) in agricoltura.
Si potrebbe pensare che l’Italia non rientri nell’elenco di paesi in cui sono frequenti fenomeni di questo genere, ma non è così. Secondo il Ministero dell’Interno, la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e di droga. Negli ultimi anni, il nostro Paese ha assistito a un significativo aumento dello sfruttamento lavorativo soprattutto nei settori agricolo, edile, manifatturiero e domestico-di cura. (Leggi l’articolo sul rapporto “Agromafie e caporalato”)
A proposito di questo tema, il film SPACCAPIETRE, in concorso all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, racconta del feroce sfruttamento lavorativo che nel nostro paese continua ad annichilire ed uccidere uomini, donne e bambini. Il film è stato l’ultimo proiettato nella nostra rassegna cinematografica in giardino di settembre, realizzata in collaborazione con il Cinema Centrale di Torino. I registi sono i fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, due gemelli torinesi che dal 1999 lavorano insieme realizzando film, documentari e installazioni, partecipando a mostre e festival di cinema nazionali e internazionali.
SPACCAPIETRE è ambientato in una Puglia contemporanea ma che sembra cristallizzata nel passato, e racconta la storia di Giuseppe e Angela, una coppia sposata che cresce il piccolo Antò. Con Giuseppe impossibilitato a riprendere il lavoro nella cava dopo un incidente all’occhio, è Angela a dover cercare impiego nei campi come bracciante stagionale, in condizioni proibitive che finiscono per costarle la vita. Padre e figlio rimangono soli, con il piccolo Antò che non si rassegna alla perdita della madre e Giuseppe che deve trovare nuove sfumature al suo senso di paternità. Intrappolati all’interno dello stesso sistema di lavoro illegale e inumano che ha portato via Angela, il padre promette al figlio che un giorno riavrà sua madre, ed è deciso a rispettare quella promessa a qualunque costo.
Un film potentemente crudo, necessario per denunciare la realtà del caporalato e dei braccianti. In Spaccapietre non si parla solo di immigrati che vengono sfruttati da padroni razzisti e senza scrupoli, il caporalato è un affare di padroni e di padrini, di sfruttamento dei deboli e marginalità. Di povertà estrema che riguarda pure gli italiani, anch’essi vessati da imprenditori, e di cui troppo poco si sente parlare.
La sceneggiatura del film è ispirata ad una storia vera, un fatto di cronaca di qualche estate fa: la morte sul lavoro della bracciante pugliese Paola Clemente e l’assurda coincidenza con la morte della nonna paterna dei registi, deceduta lavorando sugli stessi campi nel 1958. Anche il nonno paterno dei fratelli De Serio, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva lo spaccapietre.
“Il film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta, – raccontano i fratelli registi – attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un film d’amore paterno in cui affiorano puri i temi della morte, della violenza, della paura, dell’amore, della vendetta”.
Di fronte a quanto raccontato, nella sua tremenda sincerità, non è semplice immedesimarsi, ma inevitabile soffrire.
Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha finanziato, sin dal 2000, una rete di Progetti specializzati che si occupano di assistere le persone che emergono da situazioni di grave sfruttamento.
Anche quest’anno il Numero Verde Nazionale in aiuto alle vittime di tratta e grave sfruttamento desidera sensibilizzare le cittadine e i cittadini unendo idealmente le diverse iniziative organizzate dal Nord al Sud Italia, grazie al prezioso lavoro dei Progetti Antitratta italiani, attraverso i palloncini arancioni che adorneranno gli eventi e recanti il messaggio #LIBERAILTUOSOGNO, riferimento alla liberazione simbolica del sogno di migliaia e migliaia di bambini, donne e uomini sfruttati.
Nonostante gli sforzi indirizzati a contrastarlo, il fenomeno della tratta di esseri umani e del grave sfruttamento è lungi da essere eradicato. Quest’anno l’emergenza sanitaria derivata dalla pandemia di COVID-19, e la crisi economica che ne è scaturita, hanno peggiorato ulteriormente la condizione delle persone vittime di tratta e grave sfruttamento, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della possibilità di accesso ai servizi, rendendole in questo modo più vulnerabili alle organizzazioni criminali.
È essenziale che questo tema raggiunga la massima diffusione così da sensibilizzare quante più persone possibili. Ognuno di noi può contribuire alla lotta, alla tratta di esseri umani e al grave sfruttamento: invitiamo a contattare il Numero Verde 800 290 290 per segnalare tutte le situazioni e i casi, anche solo potenziali, di tratta di esseri umani e/o grave sfruttamento di cui si viene a conoscenza, sostenendo in questo modo le persone vittime nel percorso di affrancamento, affinché possano liberare il loro sogno.