Pregiudizi e discriminazioni verso gli stranieri
ROMA (Migranti-press 6) – L’ottica con cui la Chiesa guarda all’immigrazione “è quella di cui ha parlato anche il Papa in un suo recente Angelus: la dignità di ogni persona umana, che non può essere a priori oggetto di pregiudizi e di discriminazioni”. É quanto ha detto il Segretario generale della CEI, mons. Mariano Crociata, rispondendo ad una domanda dei giornalisti nel corso della conferenza stampa di presentazione del Comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente. Di qui l’esigenza di “guardare con attenzione alla dignità delle persone migranti, e quindi alle esigenze fondamentali della persona”.
Tra le domande dei giornalisti al Segretario generale della CEI quella sul rapporto tra immigrazione clandestina e criminalità dopo che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva detto che con meno extracomunitari si avrebbe anche meno criminalità.
“Le nostre statistiche – ha risposto mons. Crociata – dimostrano che la percentuale di criminalità tra italiani e stranieri è uguale, se non identica”.
Infatti secondo una ricerca presentata nel mese di ottobre, su “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi”, realizzata dall’équipe del Dossier Statistico Immigrazione Caritas-Migrantes e dall’Agenzia Redattore Sociale, il tasso il “tasso di criminalità” degli immigrati regolari nel nostro Paese è “solo leggermente più alto di quello degli italiani (tra l’1,23% e l’1,40%, contro lo 0,75%) e, se si tiene conto della differenza di età, questo tasso è uguale a quello degli italiani”. A influire al riguardo, infatti, sono le fasce di età più giovani, mentre è addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni.