Antiziganismo, tra passato e presente
Ha preso avvio il corso Comunità rom e sinte: oltre i luoghi comuni. Conoscere, incontrare, riflettere organizzato dall’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi. Nel primo incontro, intitolato Antiziganismo, tra passato presente, è intervenuta la dottoressa Eva Rizzin, Dottore di Ricerca in Geopolitica, attualmente responsabile scientifico dell’Osservatorio nazionale sull’Antiziganismo, istituito presso il Centro di Ricerche Etnografiche e di Antropologia applicata “Francesca Cappelletto” (CREAa) dell’Università degli Studi di Verona. La dottoressa Rizzin ha partecipato a progetti di ricerca nazionali e internazionali su temi inerenti lo studio dell’antiziganismo e la rappresentazione politica e mediatica delle comunità rom e sinte.
La sua relazione ha cercato di sviluppare nei partecipanti la conoscenza e le competenze sulle discriminazioni strutturali, l’antiziganismo e il discorso d’odio contro le comunità rom e sinte in Italia e aumentare la conoscenza sulla cultura, la storia e la lingua romanì.
Dopo un accenno storico che ha rivelato secoli di schiavitù, persecuzioni e violenze subite dai rom, la relatrice ha ricordato come i rom costituiscano la minoranza storico-culturale più numerosa nell’Unione Europea (circa 12 milioni di persone), ma allo stesso tempo anche quella più soggetta a radicati stereotipi negativi, odio e discriminazione. L’antiziganismo, infatti, pervade l’Europa e soprattutto – afferma la dott.ssa Rizzin – i paesi in cui vi è una minore presenza di rom, tra cui l’Italia (con lo 0,2%). Qui, circa l’85% delle persone nutre un sentimento di avversione verso i rom.
La relatrice si è poi soffermata a riflettere criticamente sul ruolo dei mass media e dei discorsi dei politici italiani nella formazione/riproduzione di stereotipi e pregiudizi contro le minoranze rom e sinte, indagando quel circolo vizioso che si crea tra istigazione all’odio da parte dei politici, amplificazione delle narrative razziste da parte dei media e produzione di fatti di violenza nei confronti di rom e sinti in Italia. All’accanimento politico al fine di ottenere consenso, si aggiungono le rappresentazioni dei media e la loro pratica di etnicizzazione del reato, con cui si fa riferimento a una responsabilità penale collettiva in caso di reati da parte di singoli individui rom, e da cui scaturisce il rafforzamento del senso comune che associa stereotipi negativi all’intera popolazione rom e sinta.
“Perché tanto odio?”– A questa domanda che a lungo si è posta, oggi la dott.ssa Rizzin ha dato una risposta: la non conoscenza e la non relazione sono alla base del pregiudizio e hanno provocato silenzi nella storia che si sono poi tradotti in politiche sociali stereotipate. Soprattutto la mancata elaborazione dell’antiziganismo come particolare forma di razzismo lo ha reso persistente, costantemente e acriticamente riprodotto non solo nel senso comune e nei media, ma anche nei discorsi e nelle azioni politiche e istituzionali, così come nelle tassonomie e nelle pratiche delle burocrazie statali. Ciò che più colpisce dell’antiziganismo oggi è la sua opacità cognitiva: rimane ampiamente riprodotto in modo inconsapevole e irriflesso.
Dopo la fine del nazifascismo, l’Europa ha fatto i conti con l’antisemitismo: non è stato del tutto debellato – anzi sta incrementando nuovamente (come i dati dell’ Indagine Eurispes purtroppo testimoniano: il 15,6% crede che la Shoah non sia mai esistita, nel 2004 era il 2,7%) – ma certi pensieri, certi opinioni, certi progetti sono stati esclusi dal perimetro della civiltà, sono stati messi “fuori legge”. Con l’Antiziganismo non si è fatto altrettanto. In pochi sanno che solo nello zigeunerlager a Birkenau furono uccise 23 mila persone rom e sinte e che lì, soltanto nella notte tra l’1 e il 2 agosto del 1944, vennero sterminati in 4000, tra donne, uomini e bambini. Al fine di poterlo combattere è necessario, quindi, il riconoscimento e l’elaborazione di questo tipo di razzismo, associati ad un impegno educativo nelle scuole e nella quotidianità delle persone.
In conclusione, la dott.ssa Rizzin ha condiviso la propria esperienza personale di sinta italiana di origine tedesca. Appartiene, infatti a una grande famiglia di sinti tedeschi, i Lehmann-Reinhardt, i quali si spostarono in Italia sul finire del 1800 sfuggendo da una persecuzione in atto in Germania che conobbe una delle più importanti schedature etniche della storia nei confronti di rom e sinti: 3350 persone schedate solamente in Baviera in quello che fu chiamato il Zigeuner-Buch (libro degli zingari) che venne poi utilizzato dal terzo reich nazista per organizzare la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio. Anche il suo trisnonno e il suo bisnonno furono schedati e finirono anche loro in quel libro. Fuggirono in Piemonte a fine 800 con un circo chiamato “Zazà”. Si trattava di una famiglia di circensi, liuati e musicisti, non di gente pericolosa.
Giunti in Italia i Lehmann-Reinhardt, però, non trovarono la libertà. Qualche anno più tardi, infatti, arrivò la persecuzione fascista e la deportazione nei campi di concentramento italiani, mentre i componenti della famiglia Lehmann-Reinhardt rimasti in Germania morirono durante la notte della liquidazione dello zigeunerlager di quel 2 agosto 1944, insieme ad altre 4.000 persone.
Oggi Eva Rizzin si considera una donna fortunata, nonostante in Italia non sia ancora facile dichiararsi sinti o rom a causa delle discriminazioni che ne conseguono. Il suo coraggio e il suo impegno, però, mirano a fare la differenza e con noi, nella giornata del primo incontro del corso “Comunità rom e sinte: oltre i luoghi comuni”, ci sono sicuramente riusciti.
PER APPROFONDIRE:
Guadagnucci L., Parole sporche. Clandestini, nomadi, vu cumprà, il razzismo nei media e dentro di noi, Altreconomia Edizioni, Milano, 2010;
Piasere L., L’antiziganismo, Quodlibet, Macerata, 2015;
Pontrandolfo S., Rizzin E., Antiziganismo in Italia (1990 – 2019). La produzione dell’odio verso rom e sinti nei discorsi politici e nelle rappresentazioni mediatiche dell’Italia contemporanea, CISU, Roma, 2019 (in stampa).
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Il volantino del percorso: Comunità Rom e Sinte- oltre i luoghi comuni Conoscere, incontrare, riflettere