Lungo la Rotta Balcanica, il silenzio dell’Europa
“A me sembra che non si tratti più di criminalizzazione della solidarietà, ma che si stia andando oltre. La sensazione è che le istituzioni stiano avallando la violenza nei confronti di queste persone e di chi le vuole aiutare.” Diego Saccora, operatore sociale e fondatore dell’associazione Lungo la Rotta Balcanica e l’omonimo blog, denuncia così l’ormai prolungato silenzio davanti al trattamento disumano dei rifugiati.
Al campo profughi di Moria, in Grecia. la quarantena di massa (posti disponibili: 3.000, persone rinchiuse lì dentro: 13.000) sembra essere senza fine . Nonostante le continue proteste di Medici Senza Frontiere sulle gravi conseguenze sulla salute mentale dei rifugiati, nulla è cambiato. Accanto a delle condizioni sanitarie scarse si aggiungono ripetute aggressioni squadriste nei confronti dei migranti e delle ONG. L’ultima è stato un attacco fascista passato “indisturbato” sotto gli occhi della polizia, avvenuto qualche giorno prima dell’8 settembre, giorno in cui un incendio ha distrutto il campo, privando di un tetto 12.000 persone (di cui circa 4.000 minori).
Ma Diego ci spiega che, dietro a condizioni di vita inaccettabili, si nasconde una questione più grave. Infatti, la pandemia è stata un’occasione per scagliarsi ferocemente contro i migranti. L’operatore attacca in particolare il governo greco che ha usato la retorica “del migrante untore”, dicendo che sono i migranti a portare il Covid. Mentre era evidente che il virus si stesse propagando nelle zone turistiche. La propaganda è quindi servita alle istituzioni per giustificare decisioni inaccettabili.
Davanti a una vita disumana, ai migranti non resta che rischiare il tutto per tutto pur di raggiungere il cuore dell’Europa. Un viaggio lungo e pericoloso. Superare il confine, soprattutto quello croato, è chiamato il “game”. L’importante è evitare di essere catturati dalla polizia; ciò significherebbe un ritorno per il “via” e un rischio elevato di subire violenze di ogni tipo, come quelle avvenute ad ottobre al confine bosniaco-croato e denunciate in un articolo di “The Guardian”.
Dopo la denuncia di DRC sui maltrattamenti di ottobre, il mediatore dell’Unione Europea ha aperto un’indagine ufficiale contro la Commissione Europea, accusata di non avere protetto i diritti dei migranti, pur continuando a dare fondi al governo di Zagabria.
Nonostante i report di tante ONG su queste e altre situazioni di violenze, la Commissione Europea non agendo a favore dei migranti, diventa, in questo modo, complice di quelle brutalità.
Ndr: Diceva Peppino Impastato “la Mafia uccide. Il silenzio pure”.
Fonte: unimondo.org
Per approfondire leggi l’articolo “I diritti violati lungo la rotta balcanica” su unimondo di Maddalena D’Aquilio
Per ulteriori approfondimenti:
L’Università degli Studi di Trieste ha organizzato, venerdì 27 novembre, il convegno internazionale “Sulla rotta balcanica”. Per ascoltare la registrazione dell’incontro vai sulla pagina facebook di RiVolti ai Balcani
Per uno sguardo più dettagliato sula tematica scarica il dossier: “La rotta balcanica. I migranti senza diritti nel cuore dell’Europa” pubblicato da RiVolti ai Balcani