Tor Cervara, sequestrato il progetto di autoproduzione agricola dei bengalesi
Fonte: www.redattoresociale.it
Bloccata dalle forze dell’ordine l’iniziativa dell’associazione Dhuumcatu e di Serpentara Onlus: un orto e una stalla per dare da mangiare a 10 nuclei familiari di immigrati e italiani rimasti senza lavoro. L’assessore Nieri: “Trovare una soluzione”
ROMA – La striscia bianca e rossa del sequestro circonda da ieri l’orto e la stalla con il bestiame, installati dalle associazioni Dhuumcatu e da Serpentara Onlus nel terreno adiacente a via di Tor Cervara. Con l’obiettivo di offrire a dieci nucleai familiari di immigrati e italiani rimasti disoccupati una forma di sostentamento, i promotori del progetto hanno occupato nel novembre scorso quel terreno di 40 ettari inutilizzato da anni, lo hanno ripulito, bonificato, e hanno chiesto al presidente del V Municipio Ivano Caradonna di mediare con il proprietario per un affitto agricolo. Il titolare dell’area ha però negato ogni concessione, mandando in gennaio persone armate a minacciare gli occupanti. Dopo un tentativo di sgombero il 2 febbraio, ieri i pezzi di terreno già adibiti a orto e stalla sono stati posti sotto sequestro dai carabinieri, che hanno anche sottoposto a fermo due immigrati bengalesi attivi nel progetto, uno dei quali ha ricevuto un decreto di espulsione. Ciò nonostante proprio l’11 marzo Caradonna abbia inviato una nota ai responsabili di comune, provincia e regione, rendendosi disponibile all’apertura di un tavolo di trattativa per la soluzione del progetto agricolo in Via di Tor Cervara.
“Dietro alla mancata concessione del territorio ci sono interessi del proprietario all’edificazione, che però è illegale in quanto il terreno fa parte della riserva dell’Aniene”: dicono dall’Associazione Dhuumcatu. Insistono nel chiedere l’utilizzo del terreno su cui già hanno investito per la bonifica (1500 euro) e per le attività agricole e di allevamento (5 mila euro), rivendicando che prima del loro arrivo “qui c’era una discarica abusiva e vari traffici tra cui prostituzione”. Al loro fianco si è schierato l’assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri andato in mattinata sul posto, auspicando la convocazione di un tavolo interistituzionale che si impegni per raggiungere una soluzione “nel rispetto dei piani di assetto previsti da Roma Natura (l’Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma) e in considerazione del valore sociale e culturale dell’iniziativa che vede lavorare insieme un gruppo costituito da immigrati e italiani”. Sottolineato l’aspetto meritorio del progetto, Nieri ha affermato che “è sbagliato che venga chiuso dalle forze dell’ordine”. Favorevoli alla convocazione di un tavolo congiunto per salvare l’iniziativa, anche Gianluca Peciola, coordinatore del gruppo federato della Sinistra in Provincia e Andrea Alzetta, capogruppo Roam in action al comune di Roma. (lj)
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