Rom e sinti: dai pregiudizi alla conoscenza
A Ferrara il “Festival dei diritti”
FERRARA (Migranti-press 14) – Porre all’attenzione dei più giovani la condizione delle popolazioni Rom e Sinte che vivono in Europa. All’interno del ferrarese “Festival dei diritti” lo strumento scelto è una performance, “Parole sulla soglia di un campo Rom”, che propone una lettura-spettacolo del romanzo “Il circo capovolto” di Milena Magnani. La rappresentazione, alla presenza degli alunni di alcune scuole superiori di Ferrara che nel mese di marzo hanno seguito laboratori sui diritti dei popoli senza terra (Rom e Sinti), è andato in scena nei giorni scorsi per iniziativa dell’Ong Ibo Italia (la cui sigla è l’acronimo fiammingo di “Internationale Bouworde”, che significa “Soci costruttori internazionali”).
“Il circo capovolto”, spiega l’autrice Milena Magnani, nato “dopo un lungo lavoro di ricerca, cerca di dare voce alla condizione delle popolazioni Rom e Sinte presenti sul territorio della nuova Europa. Si tratta di un romanzo scritto dopo aver girato per alcuni anni tra i campi sosta e i campi di prima accoglienza abitati dai Rom provenienti dall’Est Europa e dai Balcani, e aver raccolto le testimonianze di uomini e donne dall’identità incerta costretti a vivere ai limiti della marginalità”. “Fondamentale per la scrittura di questo romanzo – precisa l’autrice – è stata anche la vicinanza con esperienze di circo sociale, come quella dei bambini-randagi strappati ai sotterranei di Bucarest e recuperati alla dignità dal lavoro straordinario del circo sociale dell’Associazione Parada”. Il romanzo, edito nel 2008 da Feltrinelli, è oggi stato tradotto in Francia, Slovenia, Israele, Olanda e Germania.
La performance rientra all’interno dell’attività di sensibilizzazione di Ibo, Organizzazione non governativa d’ispirazione cristiana nata nel 1953 nel Nord Europa e presente in Italia dal 1957. “In alcune scuole superiori – spiega Letizia Sabba, che per Ibo collabora con i progetti di educazione allo sviluppo e laboratori scolastici – abbiamo proposto degli incontri nei quali, assieme ai ragazzi, si approfondiscono aspetti della cultura e della storia Rom”. L’obiettivo è quello di “far riflettere i giovani, lavorando sulle loro paure e i loro pregiudizi”, a partire dal “gioco di ruolo con il quale iniziano questi percorsi, nel quale i ragazzi inizialmente si lasciano guidare dai loro stereotipi, che poi man mano vengono a cadere”. Ma quali sono le idee diffuse tra i più giovani circa i Rom e i Sinti? “Nella loro conoscenza di queste popolazioni – precisa Sabba – giocano un ruolo chiave le notizie che trovano sui giornali e, ahimé, si tratta sempre di brutte notizie: furti, violenze ecc.”. Dai casi singoli nasce così un immaginario collettivo che vede tutti i rom ladri e violenti, che “vivono nei loro accampamenti perché si vogliono isolare dal contesto urbano”. Stereotipi da combattere, al pari di quello che li “cataloga” tutti come stranieri, dimenticando che “una buona percentuale di Rom e Sinti è italiana”.
A fianco dell’opera di sensibilizzazione, però, Ibo segue anche progetti all’estero come il Centro educativo “Pinochio” a Panciu, in Romania, dove l’Ong ha in corso un progetto di “integrazione e inclusione sociale di minori svantaggiati”.
“Da una decina d’anni siamo presenti in Romania – racconta Sabba – dapprima seguendo la ristrutturazione di un orfanotrofio e la costruzione di case per famiglie povere. Nel 2006, poi, è nato il centro ‘Pinochio’, dove accogliamo insieme bambini Rom e romeni, combattendo la discriminazione che anche lì è presente”. Il Centro promuove percorsi di alfabetizzazione, supporto scolastico ed educazione non formale: dalla pittura all’igiene, dalla giocoleria alle attività sportive. Anche qui, come in Italia, con un obiettivo ambizioso: partire dai piccoli per “cambiare la società”.