La contravuelta dell’entroterra
Negli ultimi sei anni il numero degli stranieri nelle comunità montane è raddoppiato. Hanno lasciato Genova, e senza rimpianti
Affitti migliori, aria buona e gente ospitale: gli immigrati scelgono le valli
di DOMENICA CANCHANO
Il monumento all’Emigrante sulla piazza centrale di Monleone di Cicagna, in provincia di Genova, testimonia quanto nel secolo scorso i piccoli Comuni dell’entroterra furono segnati dall’emigrazione. Paesi letteralmente spopolati da chi era costretto a cercare fortuna altrove. Da più di una decina di anni però si assiste ad un fenomeno inverso, magari appena percettibile ma costante. La popolazione nei piccoli comuni è raddoppiata grazie all’inversione di tendenza degli immigrati, a quella che Luis Sepulveda ha ribattezzato la contravuelta. Gli stranieri continuano a stabilirsi soprattutto a Genova, ma cresce in maniera percentualmente impressionante il numero di quelli che scelgono di vivere sulle colline alle spalle del capoluogo. Negli ultimi anni il numero è addirittura raddoppiato. Erano 2.662 nel 2004 e sono saliti a 4.122 nel 2007 e il totale è andato ancora aumentando sensibilmente nei successivi tre anni. “È un movimento che continua ad aumentare”, spiega Andrea Torre, del Centro Studi Medi, che ha realizzato con il contributo della Provincia di Genova il Quinto rapporto sull’immigrazione a Genova.”E’ una questione di mercato immobiliare, come era successo a Genova. Dove gli stranieri hanno trovato delle condizioni abitative più alla portata delle loro condizioni economiche, si sono stabiliti. Questo vale per l’affitto ma anche per l’acquisto di una casa”.
La mobilità che va verso l’entroterra coinvolge moltissimi cittadini provenienti dall’Albania, Ecuador, Marocco, Romania e Sri Lanka. In alcuni casi c’è sempre un pioniere che gli altri seguono. “Quando sono arrivato in Italia nel ’78 abitavo a Genova, e mi sono spostato a Mezzanego perché facevo il venditore ambulante – racconta Abdeslam Farah, 70 anni di origine marocchina, presidente del circolo Amici della Pace nella frazione di Isola di Vignolo – . La gente del posto è stata molto disponibile, si interessarono subito a me, aiutandomi a trovare un altro lavoro e anche una casa. Così da quasi trent’anni ho un negozio di abbigliamento, mia moglie che mi aiuta e due figli ormai grandi che abitano a pochi chilometri da me. Oggi, a distanza di tanti anni, la comunità marocchina è diventata la seconda per numero dopo quella albanese”. Anche per Carola, badante peruviana, il lavoro l’ha portata a spostarsi fino a Casella. “Lavoravo a Genova con la stessa signora che poi ho deciso di seguire fino qui, dove lei ha una casa molto più grande e altri parenti”. Il ripopolamento da queste parti è un fenomeno che produce effetti positivi sotto vari profili: l’unico asilo statale a Favale di Malvaro, in Fontanabuona, otto anni fa rischiava la chiusura. “Fu salvato grazie ai bambini nati qui o arrivati dall’estero con genitori immigrati. Il numero degli iscritti non è elevatissimo ma anche una sola presenza ha fatto la differenza permettendo la continuità della scuola d’infanzia e primaria”, spiega il dirigente scolastico Francesco Codebò. E il sindaco, Giovanni Boitano: “Sotto i mille abitanti nessun comune ha una scuola statale elementare. Insomma, siamo stati fortunati. Grazie ai nuovi liguri”.