Carta Dei Valori: Intervista Al Professore Francesco Zannini
Il prof. Zannini è membro del Comitato scientifico che ha redatto la Carta dei valori e docente al PISAI
Roma (Migranti–press 9 ) – La Carta dei valori della cittadinanza e dell’immigrazione può costituire “un utile strumento di generale orientamento sulle tematiche connesse ai percorsi di integrazione ed inclusione sociale e, come tale, idoneo a favorire l’armonica convivenza delle comunità immigrate e religiose nella società italiana”. Lo ha detto il prof. Carlo Cardia, Presidente del Consiglio scientifico che ha redatto la Carta approvata dal Ministero degli Interni, nel corso di una conferenza tenutasi lunedì scorso al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica (PISAI). Dopo aver ricordato che l’Italia è stato il primo Paese europeo dopo la Francia a realizzare una Carta dei valori organica, il relatore ha affermato che tutti i simboli religiosi “meritano rispetto, fermo restando la tradizione religiosa e culturale italiana, e nessuno può ritenersi offeso dai simboli e dai segni religiosi diversi dalla sua”. “Segni e simboli – ha spiegato – sono segni di dialogo”. Il primo messaggio che arriva dal documento è quello dell’Italia come un Paese che “non cancella la propria identità e non chiede agli altri di farlo”, ha poi aggiunto Cardia: “non vogliamo una altalena dei diritti ma che tutti siano considerate persone”. Per quanto riguarda l’Islam – ha informato il relatore – “abbiamo cercato una unità nella galassia del mondo musulmano attraverso la costituzione di una unica organizzazione musulmana in Italia ma senza trovare un accordo finora”.
Della Carta dei valori si è poco parlato. Perché in un Paese come il nostro si è sentita l’esigenza di questo “strumento”?
Innanzitutto è importante rilevare che non è passato neppure un anno dalla promulgazione della “Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” e che ha avuto immediata risonanza nella stampa italiana ed estera. Lo stesso Presidente della Repubblica, nella Cerimonia dell’inaugurazione dell’anno scolastico 2007–2008, così si è espresso in diretta televisiva “È cruciale che la scuola sappia promuovere la condivisione di valori fondamentali, che addestri al dialogo civile e religioso, che insegni a non discriminare e che trasmetta il rispetto della legalità. Oggi che il nostro paese accoglie con l’immigrazione nuove culture, talora portatrici di valori diversi, c’è bisogno di un bagaglio minimo di valori condivisi, che la scuola può contribuire a costruire. Sia dunque benvenuto l’impegno di diffondere nelle scuole la “Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” promossa dal Ministro Amato”.
Inoltre l’impegno di tutti i Prefetti d’Italia e tutta una serie di iniziative del Consiglio scientifico rivolte ad istituzioni, al grande pubblico, ad associazioni di emigrati e di volontariato in Italia e all’estero ha fatto sì che la Carta fosse conosciuta in ambiti molto più laghi di quanto non si possa immaginare e sta diventando un importante strumento per il dialogo con il mondo islamico. L’iniziativa di elaborare tale carta è una risposta alle trasformazioni multiculturali della società italiana, dovuta ai flussi migratori sempre più ampi che comportano una varietà di presenze religiose prima sconosciuta.
Ci si trova tuttavia di fronte ad un fenomeno ormai strutturale, complesso da governare, specialmente sul terreno dell’integrazione, ma ricco di opportunità per le società che ricevono tale immigrazione e, di fatto, il pluralismo culturale e religioso delle società democratiche sta presentando problemi che superano la pur importante applicazione dei principi fondamentali cui esse si ispirano.
A questo si possono aggiungere le differenze sempre più consistenti rispetto alla tradizione italiana con tutta una serie di esigenze confessionali spesso misconosciute dalla popolazione italiana e dalle stesse istituzioni, come pure concezioni diverse del concetto di libertà religiosa, del principio di eguaglianza tra uomo e donna la famiglia e del rapporto con le nuove generazioni. È questo insieme di problemi che è stato alle origini dell’iniziativa, della Carta dei valori, che ha voluto essere un documento capace di riassumere i principi fondamentali su cui si fonda la società italiana e di promuoverli tra gli italiani e tra coloro che in Italia intendono vivere.
La Carta dei Valori come può diventare uno strumento per il dialogo interculturale e interreligioso, ormai necessario?
La Carta dei valori si presenta come un documento rivolto a cittadini e immigrati nel quale si offre il quadro dell’identità storico–culturale dell’Italia e vengono indicati valori etici e culturali che sono stati riconosciuti da tutti coloro che hanno partecipato alla sua stesura come pienamente condivisibili da tutti. La Carta nasce da un cammino di ricerca comune e di confronto chiaro e spassionato sui valori e sulla realtà dell’immigrazione e della diversità religiosa e culturale da parte delle principali comunità di immigrati, delle comunità religiose maggiormente presenti nella realtà italiana, dei componenti della Consulta per l’Islam italiano, delle organizzazioni sociali che a diverso titolo sono impegnate nel mondo dell’immigrazione.
Quale deve essere il ruolo delle istituzioni per aiutare questo dialogo? E le religioni cosa possono fare?
Per quanto riguarda le istituzioni, innanzitutto bisogna tener conto del fatto che la Carta dei valori è stata elaborata anche tenendo conto di iniziative, o documenti, analoghi, già approvati o in via di elaborazione in altri Paesi dell’Unione Europea. Se essa non può avere un valore normativo in senso stretto, può assumere il significato di una dichiarazione di valori e di principi, come una guida che può essere utilizzata e commentata in diverse occasioni ed anche in campo legislativo. Starà poi alle singole istituzioni assumerla ed attuarne i principi adeguando ad essi la normativa. D’atra parte, nel decreto stesso di promulgazione della Carta dei valori da parte del Ministero si legge che “il Ministero dell’interno, nell’esercizio delle proprie attribuzioni, si ispira alla “Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” e che lo stesso Ministero “orienta le relazioni con le comunità degli immigrati e religiose al comune rispetto dei principi della Carta dei valori, nella prospettiva dell’integrazione e della coesione sociale”.
La “Carta dei valori di cittadinanza e di integrazione” rappresenta un passo importante nel cammino inter–religioso e inter–culturale e il dialogo sarà un utile strumento dato al popolo italiano e, in particolare, per la nuova generazione del processo di integrazione e di creazione dialogica di un multi–culturale e multi–religiosa della società nel quadro della laicità accogliente tipica della cultura e della tradizione italiana. (R. Iaria)