La SINDONE “È l’immagine della sofferenza anche fosse di età medievale”
Fonte: La Reppublica 17-04-2010
intervista da Vera Schiavazzi a Don Fredo Olivero
TORNO a vedere la Sindone perché moltissime comunità di stranieri che vivono a Torino ce lo hanno chiesto. Loro vivono da poco in Italia e non l’hanno mai vista, a differenza di me». Fredo Olivero, il religioso che guida la Caritas Migranti, conosce da molto tempo il lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di Cristo.
Don Fredo, ritiene che risalga davvero all’epoca della Passione?
«No, è probabilmente un reperto medioévale, o almeno questo è ciò che storicamente possiamo ritenere sulla base sia degli esami sia delle diverse ricostruzioni storiche che lo hanno fatto comparire proprio in quell’epoca. Per me, comunque, è l’immagine di un uomo che è stato torturato ed è morto sulla croce, l’immagine. di un’enorme sofferenza che mi ricorda quella di tutti gli uomini crocifissi ancor oggi. Quindi ha una grande importanza, ed è proprio questo aspetto di testimonianza della tortura lungo i secoli che mi spinge alla visita» – Chi sono i «crocifissi» dei giorni nostri?
«I rifugiati che vivono nella nostra città e sono scappati da torture e sofferenze terribili nei loro paesi, chi rischia la vita camminando per giorni e settimane attraverso il deserto libico e quando finalmente approda sulle nostre coste viene respinto, chi fa fatica a vivere a Torino e altrove perché non ce la fa a arrivare alla fine del mese o ha perso il lavoro o si è ammalato. E molti altri».
Qual è oggi la principale forma di sopraffazione sugli uomini? –
«Essere privati dei propri diritti e dunque della propria dignità umana. Questo purtroppo accade ogni giorno, in tutto il mondo e anche sotto i nostri occhi».,
E per i migranti qual è il significato della Sindone?
«Per i romeni, che spesso sono ortodossi, il richiamo è alle icone di Cristo così frequenti nella loro chiesa e quindi si tratta di qualcosa di molto importante. Ma vogliono fortemente vederla anche molti nomadi di religione musulmana, che ci trasmettono così un atteggiamento di comunione trai credenti e di rispetto per le altre fedi che dovrebbe essere d’esempio. Anche tra sudamericani e africani ci sono fedeli di rèligioni diverse».