Viminale: “rischi nelle nostre città che avvenga ciò che è successo nelle banlieue parigine qualche anno fa”.
Fonte: www.immigrazioneoggi.it
Presentata una ricerca svolta dall’Università Cattolica di Milano per conto del Ministero dell’interno. Per lo studio “si è riscontrata una bassa conflittualità manifesta ma un alto potenziale di rischio, con la possibile emersione improvvisa del conflitto”.
Le grandi città italiane non sono immuni dal rischio di essere contagiate in futuro dal fenomeno che negli anni scorsi infiammò le periferie francesi, le banlieue, con l’esplosione della rabbia sociale delle popolazioni immigrate. A rivelarlo è lo studio “Per un’integrazione possibile: processi migratori e periferie urbane” realizzato dal Dipartimento di sociologia dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con il Viminale e presentato ieri a Milano dal ministro Roberto Maroni.
Al momento in Italia “si è riscontrata una bassa conflittualità manifesta – si legge nell’estratto dell’indagine – ma un alto potenziale di rischio, con la possibile emersione improvvisa del conflitto”.
Secondo i ricercatori, coordinanti dal professor Vincenzo Cesareo, “se finora non si possono assimilare le tensioni verificatesi nelle periferie urbane italiane a quelle delle banlieue francesi, non va però escluso che ciò possa avvenire nel futuro”. Seppure con un tessuto sociale diverso e sebbene la presenza di seconde e terze generazioni di immigrati in Italia sia ancora da consolidarsi, lo studio evidenzia che “l’accelerazione con cui è aumentata la popolazione straniera nella Penisola e la più spiccata propensione di quest’ultima a commettere reati rispetto agli italiani” lasciano presagire possibili problemi.
Secondo lo studio, in Italia vivono oggi cinque milioni di stranieri che vengono da Paesi a forte pressione migratoria: 500 mila in più rispetto all’anno precedente con gli irregolari che rappresentato il 10,7% degli stranieri.
“In linea generale – rileva la relazione – gli stranieri risultano essere imputati di un reato molto più frequentemente degli italiani, a parità di popolazione presente. Ad ogni modo non si può affermare l’esistenza di una correlazione diretta tra presenza straniera e criminalità, se non con riferimento ai soli immigrati irregolari”. Da qui l’invito, contenuto nello studio e rivolto alle amministrazioni locali, a una “maggiore vigilanza e un più efficiente controllo del territorio”.
Secondo il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, “la ricerca dice chiaramente che ci sono dei rischi nelle nostre città che avvenga ciò che è successo nelle banlieue parigine qualche anno fa. Ed è per questo che è importante aver effettuato questa ricerca commissionata dal Ministero dell’interno. È utile perché dà suggerimenti su che cosa fare per prevenire questi rischi”.
(Red.)