Studio La Sapienza, figli immigrati più a rischio malattie
(ASCA) – Roma, 18 mag – Nascere da genitori immigrati significa andare incontro a maggiori rischi, con tassi di morbilita’ e mortalita’ piu’ elevati rispetto a quelli dei neonati italiani. Lo sostiene uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, condotto dal gruppo di ricerca coordinato dal professor Mario De Curtis della Sapienza su 16.821 bambini nati negli ultimi 10 anni (dal 2000 al 2009) al Policlinico Umberto I di Roma, di cui il 22,5% figli di donne straniere.
Il campione di bambini immigrati, a parita’ di assistenza, ha avuto maggiori complicanze dopo la nascita. E’ stata osservata infatti una maggiore percentuale di prematuri, cioe’ di partoriti prima della 37esima settimana di gestazione (15,9% contro 14%) o addirittura prima della 28esima (1,7% contro 1,0%) e conseguentemente di neonati con un peso alla nascita inferiore ai 1000 grammi (1,6% contro il 1,2% ).
Traumi, disturbi metabolici, alloimmunizzazione Rh e malformazioni hanno determinato un piu’ frequente ricovero nel reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico dei nati da immigrate (7,1% contro il 5,8%) e anche una maggiore mortalita’ ospedaliera (0,7% contro il 0,4%). La peggiore prognosi e’ legata alle condizioni piu’ gravi alla nascita dei nati da donne straniere, perche’ se i dati si correggono per alcune variabili come l’eta’ gestazionale o il peso alla nascita, le differenze nella mortalita’ tra i due gruppi scompaiono. Dunque i nati da donne straniere vengono assistiti come quelli nati da donne italiane, ma presentano piu’ spesso un peso piu’ basso alla nascita ed essendo piu’ prematuri vanno incontro piu’ frequentemente a complicanze.