19 giugno, un Pride diverso a Torino
Fonte: www.nuovasocieta.it
di Elena Romanello
Ormai i preparativi per il Pride di Torino di sabato 19 giugno alle 15 da Porta Susa sono giunti alle battute finali ed è tempo di presentazioni e bilanci, in attesa della manifestazione vera e propria che, si spera, sarà benedetta finalmente dal sole che dovrebbe riaffacciarsi su Torino nelle prossime ore.
Christian Ballarin, del coordinamento Torino Pride rilancia l’importanza di una manifestazione “che facciamo insieme ad altre associazioni, come il Coordinamento delle Donne per l’Autodeterminazione, il Ciao, Collettivo Immigrati Autoorganizzati di Torino, la Consulta per la Laicità delle Istituzioni, la Cgil, perché qui sul territorio sentiamo minacciati diritti che davamo per acquisiti e negati diritti che non ci sono ancora. Ci sono tanti temi forti, ognuno sabato li rivendicherà secondo le modalità che ritiene più opportune”.
Margherita Granero, delle Donne per l’Autodeterminazione, invece ricorda come “tutto non finirà sabato 19, ma è importante esserci, per manifestare in maniera diversa. Noi stiamo lavorando molto sul rapporto tra generazioni, con le giovani, che non hanno fatto le battaglie femministe, e con le migranti. Tra i punti importanti, combattere tutta la disinformazione che c’è sulla RU486, e a manifestare verranno numerose donne non solo di Torino”.
Tullio Monti, della Consulta torinese per la laicità delle istituzioni, porta l’attenzione sul fatto che “una manifestazione su tematiche come l’autodeterminazione e i diritti negati di persone come gli omosessuali, i migranti, le donne, i precari è una manifestazione per tutti e di tutti. Una sfida che vogliamo portare avanti è costruire una società laica in cui ci si rispetti tutti per le proprie diversità anche religiose, coniugando i diritti di tutti con la salvaguardia della laicità delle istituzioni. “.
Indrit Aliu del Collettivo Immigrati Autoorganizzati di Torino ha ricordato “la grande collaborazione che c’è stata tra di noi, dove ognuno ha portato la sua rivendicazione. Noi non vogliamo tolleranza perché ci siamo, ma diritti e parità nella società e non accettiamo che l’Italia diventi un Paese in cui il razzismo è istituzionalizzato ed è considerato normale commettere atti di violenza contro chi è percepito come diverso. Nella difesa o nella conquista saremo sempre unite e uniti, consapevoli che i diritti non riguardano mai una minoranza ma sono patrimonio di tutte le persone “.
La manifestazione parte alle 15 da Porta Susa e si snoderà in via Cernaia, via Pietro Micca, piazza Castello, via Po, per finire in Piazza Vittorio. Dalle 19 grande festa aperta a tutte e a tutti a Le Vele (Ex-Ippopotamo), Parco Michelotti (corso Casale). Ci saranno almeno dieci carri, delegazioni da tutta la regione, partecipazione tra gli altri della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova e di don Andrea Gallo, oltre che di delegazioni sindacali, rappresentanti delle associazioni per i diritti delle persone diversamente abili, dell’università, della scuola, dei centri sociali, di associazioni gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.
Il Comune di Torino ha dato il patrocinio all’iniziativa, dimostrando un’attenzione notevole dell’amministrazione alle tematiche della diversità e dei diritti, già presente da tempo e culminata già nel matrimonio simbolico di Antonella e Debora: a Milano le associazioni omosessuali non sono nemmeno state ricevute dal sindaco Moratti.
Tra le iniziative legate al Pride di sabato, La Regione finanzia il Pride: “finanzia un metro di Pride”, migliaia di coupon metrati, per raccogliere offerte delle e degli abitanti, che hanno così contribuito a finanziare la manifestazione del 19 giugno; il premio Banana Marcia, organizzato dal Collettivo Immigrati Auto-Organizzati di Torino per segnalare le personalità pubbliche che si siano “distinte” con le peggiori frasi sessiste, xenofobe, razziste e omo-transfobiche; il concorso musicale “Suona al pride” nato grazie alla collaborazione con Grigiotorino.it dove molti artisti della scena musicale emergente torinese si sono impegnati per comporre canzoni originali che rispecchiassero i valori affermati dalla manifestazione e il volume “Parole di Pride”: una pubblicazione in cui vengono raccolti dodici contributi di scrittori quali Margherita Giacobino, Gianluca Polastri, Cristiana Alicata, Ingy Mubiayi Kakese e Gianni Farinetti, che si esprimono sui Pride e sul loro significato emozionale e politico.