Un Mosaico per i rifugiati
Fonte: www3.lastampa.it
Da quattro anni a Torino è attiva un’associazione che aiuta gli immigrati a richiedere asilo politico e presto aprirà un centro di documentazione per far conoscere meglio questa realtà
DA WWW.DIGI.TO.IT – SUSANNA GREGO
Julie ha sopportato tre anni di carcere in Congo per aver manifestato contro il Governo; Valy è partito dall’Afghanistan quando era solo un bambino perseguitato dai Talebani ed ha attraversato a piedi Iran, Pakistan, Grecia e Turchia prima di arrivare in Italia; Rasheed in Kashmir aveva aperto una scuola di informatica ma poi è stato arrestato durante una manifestazione. Sono tutte storie di immigrati che a Torino hanno fatto richiesta di asilo politico e sono stati aiutati dall’Associazione Mosaico, che a San Salvario farà nascere un nuovo centro di documentazione sul tema dell’immigrazione.
L’ASSOCIAZIONE
Mosaico nasce nel 2006, su iniziativa di un gruppo di cinque rifugiati. «L’idea era quella di cercare di essere utili per gli immigrati appena arrivati – dice Berthin Nzonza, uno dei fondatori, rifugiato politico dalla Repubblica del Congo, arrivato in Italia da 8 anni – per aiutarli a superare le stesse difficoltà che abbiamo affrontato noi». Subito l’idea viene accolta da ricercatori come Michele Manocchi (un altro dei fondatori), avvocati e psicologi e ottiene il sostegno di Amnesty e della chiesa Valdese. «La nostra finalità è quella di puntare sull’informazione – dice Berthin – perché la cittadinanza ha una conoscenza approssimativa su questo tema, soprattutto in un momento come questo dove si associano le parole “rifugiato” e “occupazione”».
LE ATTIVITA’
L’associazione al momento può contare su un gruppo di undici soci molto attivi, su ragazzi laureati in Sociologia e mediatori culturali che aiutano i rifugiati politici o i richiedenti asilo ad orientarsi nel nostro Paese, fornendo informazioni su come fare per richiedere asilo politico, dove andare per cercare un lavoro e una casa e accompagnando le famiglie in un percorso di integrazione.
Mosaico fa parte del Tavolo del Rifugio del Comune di Torino ed è coordinatrice delle associazioni di rifugiati che aderiscono al progetto “Piemonte: non solo asilo”, che con le istituzioni ha lo scopo di creare una rete di accoglienza e accompagnamento all’inserimento sociale e lavorativo dei rifugiati politici e titolari di protezione umanitaria su tutto il territorio della Regione Piemonte.
Il prossimo passo è, come si diceva, aprire un centro di documentazione sul tema dell’immigrazione, per offrire a chiunque sia interessato saggi, libri statistiche, articoli di giornali e spunti di riflessione. Una vera e propria biblioteca che disporrà anche di un piccolo giardino: sarà uno spazio di lettura, dialogo e scambio di punti di vista.
COME E PERCHE’ SI RICHIEDE ASILO POLITICO
I richiedenti asilo politico sono persone che arrivano, nel nostro caso a Torino, dopo lunghi viaggi spesso pericolosi, per cercare di sfuggire alla guerra e alla morte. Sono persone perseguitate nel loro Paese di origine, che scappano spesso senza avere ben chiara la meta, certi di non avere nulla da perdere.
Ma come si richiede asilo politico? La richiesta viene valutata da una Commissione Territoriale, che dà il suo parere alla Questura; il richiedente viene quindi convocato per un’audizione, in cui si decide se esistono gli estremi per concedere o no lo status di rifugiato. In caso negativo, l’immigrato dovrebbe lasciare l’Italia, anche se in circostanze particolari può ottenere ugualmente un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Finché arriva la sentenza, queste persone entrano in un sistema di protezione per richiedenti asilo, in base al quale hanno 6 mesi per imparare l’Italiano, fare dei corsi di formazione e trovare un lavoro e una casa.
Julie, Valy e Rasheed hanno ora un futuro davanti e possono ricomporre il mosaico della loro vita.
Voi avete mai conosciuto un rifugiato politico?