Bruciare il Corano. Mons. Warduni (Baghdad): “Un’iniziativa da condannare”
By Baghdadhope*
In attesa delle commemorazioni per il nono anniversario degli eventi dell’11 settembre 2001 si preparano acque agitate nei rapporti tra Islam ed il resto del mondo. Alle crescenti opposizioni in America contro la costruzione di un centro islamico con annessa moschea nei pressi di Ground Zero si aggiunge, tra le altre, l’iniziativa di Terry Jones, un pastore di una chiesa indipendente a Gainesville, in Florida, che ha indetto proprio per quel giorno la “Giornata Internazionale del Rogo del Corano” invitando i fedeli a bruciare copie del libro sacro dei musulmani nella sua chiesa perchè, come ha spiegato lo stesso Jones alla CNN “crediamo che l’Islam appartenga al diavolo, che stia conducendo miliardi di persone all’inferno, che sia una religione ingannevole, una religione violenta e che ciò sia stato provato molte, molte, volte.”
Per diffondere l’iniziativa i membri della chiesa seguaci di Terry Jones hanno addirittura creato un apposito canale su Youtube che è stato però tempestivamente identificato dalla community come “potenzialmente offensivo ed inappropriato” ed una pagina su Facebook che al 6 settembre “piaceva” a 7910 persone contro le 8764 cui invece “piaceva” la pagina più frequentata del social network tra quelle contrarie all’iniziativa.
L’opposizione al progetto promosso da Terry Jones da parte islamica è stata ovviamente immediata e prevedibile. A tutti i livelli. Da quelli, moderati, che si appellano alla “intoccabilità” dei testi sacri di qualunque religione, a quelli più estremisti che non permetterebbero mai a nessun “infedele” neanche di toccare una copia del Sacro Corano, figuriamoci bruciarlo.
Tra le due posizioni c’è un abisso. Un mare di contrasti e comportamenti diversi che al di là della buona volontà e delle belle parole di molti appaiono sempre più difficile da conciliare. E questo nonostante le prime reazioni contrarie del mondo cristiano.
E’ anche probabile però che tali proteste nel mondo occidentale, oggi come allora, si esauriranno spontaneamente.
Ma cosa potrebbe succedere in quelle parti del mondo dove i cristiani sono in minoranza e dove sono da anni oggetto di violenze da parte di fedeli di altre religioni, che siano musulmani o indù?
Cosa potrebbe succedere, ad esempio, in Iraq, dove le gerarchie ecclesiastiche sono quasi sempre riuscite ad evitare di parlare di “persecuzioni” dirette verso la propria comunità nel timore di attirare su di essa maggiori violenze?
A commentare l’iniziativa da Baghdad è Mons. Shleimun Warduni che a Baghdadhope l’ha descritta come “molto negativa perchè in grado di suscitare reazioni negative nei confronti dei cristiani in varie parti del mondo. Un’iniziativa che condanno fermamente. Noi cristiani crediamo in un mondo di amore perchè Dio è amore e quindi mi auguro che la condanna per tale iniziativa sia unanime. “