Bonino: “Non hanno scippato posti di lavoro, hanno colmato il vuoto”
Fonte: www.redattoresociale.it
Rapporto Abi-Cespi. “Nel 2020-2030 carenza di 70 milioni di lavoratori solo in Europa”. Il vice presidente del Senato: “Dopo gli anni dei respingimenti, non è che inizieremo a vedere gli Stati contendersi una risorsa scarsa?”
ROMA – “Oggi occorre respingere senza tentennamenti il paradigma immigrato uguale criminale, mentre occorre rivedere al rialzo quello immigrato uguale forza lavoro”. Così Emma Bonino, vice presidente del Senato ha aperto il Convegno di Abi in corso presso Palazzo Altieri a Roma “Sfida per l’integrazione: inclusione finanziaria degli immigrati”. Per la Bonino il tema dell’immigrazione è la grande sfida del nostro secolo per l’Europa intera, ma attualmente, ha affermato, non ci sono segnali importanti da parte del mondo politico. “Un progetto sistematico e coerente di rilancio di una società aperta in chiave rigorosa, ma liberale e democratica, non è stato ancora elaborato da nessuna delle principali famiglie politiche del continente – ha detto Bonino -. Un progetto condiviso a livello europeo sarebbe lo strumento più efficace per rispondere in modo ragionevole al fenomeno dell’immigrazione evitando di farci travolgere dall’ondata xenofoba e protezionista che sembra andare per la maggiore”.
Una situazione a livello europeo, spiega Bonino, aggravata dalle espulsioni dei rom. “Concordo con chi ha scritto che con la questione rom è stato posto un gigantesco detonatore sotto la costruzione europea – ha spiegato -. Lo ha scritto Ferruccio Pastore, direttore del Forum internazionale di ricerca sull’immigrazione, e nell’interesse generale ritengo che sia necessario rimuovere questo detonatore al più presto prima che provochi una vera e propria esplosione”. Bonino parla di “scontro sui principi fondanti” dell’Europa, come quello della libera circolazione, su cui però manca un dibattito serio. “C’è da chiedersi perché il dibattito stenta a decollare in maniera costruttiva. Non solo in Italia. Non poche crepe si sono aperte nelle democrazie più avanzate e nel loro modello sociale”.
Ma è sull’equazione immigrati forza lavoro che il vice presidente del Senato pone maggiore attenzione. “Proviamo a chiederci cosa sarebbe l’Europa senza immigrati – ha affermato -. Dai dati che noi abbiamo l’orizzonte 2020-2030 mostra una carenza di 70 milioni di lavoratori solo in Europa”. Una situazione che coinvolge anche l’Italia. “Le previsioni demografiche degli anni ’80 indicavano come probabile un invecchiamento insostenibile e una rapida diminuzione della popolazione italiana con conseguenti problemi sociali ed economici. E non è accaduto perché negli ultimi 25 anni sono entrati in Italia milioni di giovani cittadini stranieri. Grazie a questo il declino della popolazione c’è stato risparmiato”. Un quadro indicativo è quello del Nord Est, ha specificato Bonino. “Secondo il Rapporto 2010 di Veneto Lavoro – ha aggiunto -, nel quinquennio 2004-2008 gli occupati dipendenti con meno di trent’anni nel settore privato sono stati 65 mila l’anno di cui 43 mila italiani e 22 mila stranieri. Circa 25 anni prima sono nati nel veneto circa 43 mila bambini, con una fecondità media di 1,4 figli per donna per coprire 25 anni dopo il fabbisogno di lavoratori in quel periodo avrebbe dovuto essere superiore a 2 figli per donna. Gli immigrati non hanno scippato posti di lavoro, anzi hanno colmato un vuoto”. Immigrati come risorsa, quindi, che potrebbe diventare sempre più necessaria. “Dopo gli anni dei respingimenti – chiosa Bonino -, non è che inizieremo a vedere gli Stati contendersi una risorsa scarsa?”. Ma oggi, conclude il vice presidente del Senato, restano alcuni interrogativi senza risposta. “Quello che mi preoccupa è come questa ragionevolezza dei numeri non riesca poi a passare nella testa di alcuni miei colleghi e nell’opinione pubblica. Il messaggio predominante è ben diverso, quello della paura”.