Esecutivo battuto alla Camera – Oltre al Governo scricchiola anche l’intesa Italia-Libia
Fonte: www.meltingpot.org
Votazione sull’accordo di amicizia e parternariato con Ghedda:
Sono ore di pesanti contestazioni per il premier Berlusconi e la compagine governativa. Prima a Vicenza, poi a Padova, poi ancora a L’Aquila, il premier è stato sommerso dalla protesta dei terremotati, degli alluvionati, degli studenti e degli anti-razzisti. Una giornataccia. Nelle stesse ore la Camera approvava la mozione ritirata dall’esecutivo a causa di un emendamento radicale “impredivibilmente passato”, così come imprevedibile fino a pochi giorni fa era una battura d’arresto così pesante.
Non tanto perchè qualcosa di sostanziale cambi nell’impianto complessivo dell’intesa Italo-Libica, che in questo ultimo anno e mezzo ha prodotto drammatiche tragedie, ma soprattutto perchè era difficilmente prospettabile che proprio l’immigrazione potesse essere il terreno su cui assistere ad uno scivolone del governo.
Certo, già gli annunci sulla costruzione dei nuovi CIE cominciavano ad apparire sempre meno convincenti, così come l’approvazione del nuovo pacchetto sicurezza da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso venerdì aveva il sapore della trovata propagandistica. Ma le ultime nefandezze di Catania, quando 68 migranti erano stati espulsi dopo essere stati sottratti perfino al monitoraggio dell’Acnur, le cariche, gli arresti, la linea dura contro chi rivendica un permesso di soggiorno negatogli dalla sanatoria truffa come a Brescia, sembravano aver rimesso al centro centro l’ago della bilancia, presentandosi come due occassioni per mostrare i muscoli ed ostentare sicurezza.
Poco importa la composizione politica dei gruppi parlamentari che hanno approvato la mozione.
Il testo contiene in sostanza alcuni impegni ed altre generiche richieste che però, sotto il profilo della legittimità possono contare molto.
Ciò cheinvece sembra essere importante è il mutamento in corso anche sul terreno dell’immigrazione.
La mozione approvaqta alla Camera (che il Governo aveva ritirato) invita l’esecutivo “a sollecitare con forza le autorità di Tripoli affinché ratifichino la Convenzione Onu sui rifugiati e riaprano l’ufficio dell’Unhcr a Tripoli quale premessa per continuare le politiche dei respingimenti dei migranti in Libia”.
Poi esorta l’esecutivo ad “impegnarsi a rivedere il trattato di amicizia con la Libia alla luce di quanto accaduto recentemente, a chiarire i termini degli accordi relativi ai pattugliamenti congiunti in corso, in particolare per quanto riguarda la catena di comando e le regole d’ingaggio, incluso l’uso delle armi durante tali operazioni; ad attivarsi, sia attraverso i contatti bilaterali con Tripoli, che a livello internazionale, per ottenere che la Libia riconosca i confini marittimi sanciti dal diritto internazionale e consenta ai pescatori siciliani di pescare legalmente in acque internazionali senza il rischio di subire attacchi armati o il sequestro dei pescherecci”.
La mozione, tra le altre cose, esalta i risultati nel contrasto dell’immigrazione irregolare invitando il governo a “proseguire nella collaborazione con Tripoli in materia di lotta all’immigrazione clandestina e di contrasto alle attività delle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani, lungo le linee direttrici delineate in questi ultimi mesi che hanno consentito un radicale ridimensionamento nell’afflusso di clandestini sulle coste italiane”.
Nulla di stravolgende dunque, ma un segnale di debolezza dell’esecutivo assolutamente inedito se pensiamo al tema in ballo, l’immigrazione, che in questi mesi tanto utile era stata per spostare l’attenzione dalla crisi scaricandola sui migranti.