La gru, la torre e la piazza: scacco a Maroni
Fonte: clandestino.carta.org
Sarah Di Nella
A Brescia resistono ancora in quattro sulla gru, il presidio sotto tiene le luci accese giorno e notte. A Milano ci si organizza per resistere a lungo sulla torre. Il 13 novembre manifestazione regionale a Bologna contro il razzismo e per i diritti di tutti. Da Brescia, la speranza raggiunge l’Italia.
Il 13 novembre a Bologna ci sarà la manifestazione regionale «Agire contro il razzismo, per i diritti di tutti». L’appuntamento, lanciato dal Comitato primo marzo di Bologna durante l’estate, è in piazza XX Settembre alle 14,30. E le adesioni sono molte. Il corteo regionale sfilerà ancora una volta contro i caposaldi del razzismo di governo [la legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, il permesso di soggiorno a punti, il ricatto del contratto di soggiorno per lavoro, il reato di clandestinità e i Centri di identificazione ed espulsione], e per chiedere invece il rinnovo di tutti i permessi di soggiorno per i migranti colpiti dalla crisi, l’accettazione di tutte le domande della sanatoria truffa del 2009 e una regolarizzazione slegata dal lavoro e dal salario.
«Dopo la grande manifestazione nazionale promossa dalla Fiom a Roma, in cui stata rilanciata la lotta per l’estensione dei diritti e la campagna per uno sciopero generale in Italia, su queste cose non si può più tacere. A Bologna il 13 novembre l’intera regione scenderà in piazza contro la legge Bossi-Fini, per dire che nella crisi rifiutiamo la contrapposizione tra migranti e italiani, per dire che il razzismo è uno strumento usato per far pagare ancora una volta a tutte le lavoratrici e ai lavoratori il prezzo della crisi. L’attacco del razzismo istituzionale contro i migranti è stato ed è uno strumento per attaccare i diritti di tutte e di tutti. Per questo la lotta dei migranti e contro la Bossi-Fini riguarda tutte e tutti e il 13 ottobre migranti e italiani manifesteranno insieme», spiega una nota del Comitato primo marzo, che unisce gruppi diversi tra loro attorno a una piattaforma politica. Alla manifestazione hanno aderito la Fiom, tutti gli spazi sociali della città, molte associazioni e diversi partiti [Sel e Sinistra critica tra gli altri].
«A Bologna lo scorso primo marzo c’è stata una risposta molto buona, più di cinquemila persone hanno partecipato al corteo e anche lo sciopero, nonostante il mancato sostegno dei sindacati, è stato un successo – racconta Anna Curcio, del Comitato primo marzo di Bologna – Dopo questa esperienza avevamo l’esigenza di vederci per tirare le fila e di fare i conti con il razzismo sempre più diffuso che si percepisce perfino in una città come questa, tradizionalmente di sinistra. Lo abbiamo fatto il 12 giugno con un’assemblea regionale sui migranti. In quell’ambito, abbiamo deciso di lanciare una manifestazione per l’autunno. Anche perché già a giugno si era capito che qualcosa non andava con la sanatoria. E poi, in una città come Bologna e in una regione come l’Emilia Romagna, dove i migranti sono molti e sono presenti da tempo, l’esperienza delle conseguenze della crisi e della perdita del lavoro sulla vita dei migranti, la facciamo ogni giorno». Poi c’è stata la manifestazione del 30 ottobre a Brescia, promossa dai migranti per denunciare la sanatoria che li ha truffati e chiedere una regolarizzazione, alla quale hanno partecipato diecimila persone e nel corso della quale è stato sgomberato il presidio di via Cantalupi. Subito dopo, in sei sono saliti su una gru del cantiere della metropolitana a piazzale Cesare Battisti, per uscire dall’invisibilità e provare a ottenere finalmente un permesso di soggiorno. Il 6 novembre erano in diecimila a manifestare a Brescia. Ora a 35 metri dal suolo sono rimasti in quattro. Il 12 mattina è sceso anche Papa, un cittadino senegalese. Gli altri – lo hanno urlato anche questa mattina al megafono – vogliono resistere.
Tra Bologna e Brescia c’è stata da subito una grande vicinanza. Nel giorno dello sgombero del presidio bresciano, i bolognesi hanno dato vita a un sit-in di solidarietà. Quelli del presidio di sotto e sopra la gru hanno, dal canto loro, aderito e sostenuto la manifestazione del 13. «Pensavamo di mandare una delegazione, ma qui il presidio richiede una presenza costante. Decideremo domani. Di sicuro ci sarà un collegamento radiofonico, attraverso Radio Onda D’Urto. Il 13 a Brescia era anche prevista una manifestazione della rete antifascista e dell’Anpi contro un’iniziativa di Forza nuova. Alla fine Forza nuova non ci sarà, ma gli antifascisti sì. Si riuniscono in viale Piave e da lì raggiungeranno in corteo il presidio di via san Faustino – spiega Felice Mometti di Diritti per tutti – sopra la gru sono rimasti in quattro e hanno ribadito che non si muovono. La situazione è molto difficile per loro, perché la questura ci impedisce di fare arrivare il cibo che richiedono. Hanno incaricato la Caritas di fornirgli i pasti ma è insufficiente. Accettono solo acqua e rimandano il resto indietro, anche perché vogliono un contatto diretto con il presidio di via san Faustino. Riusciamo a fargli arrivare indumenti puliti e asciutti ma al costo di lungaggini assurde. Da tre giorni invece non possiamo mandare cellulare o batterie, sono completamente isolati. Di fronte a questa situazione, mai vista per una lotta per difendere e ottenere dei diritti, non ci resta che chiedere l’intervento di organizzazioni come Amnesty international o Emergency».
L’area del cantiere della metropolitana è completamente circondata dalle forze dell’ordine ma il presidio continua giorno e notte, un po’ più in là. Per la diretta di Matrix, la sera dell’11 novembre, erano in ottocento. Mancavano i dodici migranti arrestati l’8 novembre durante lo sgombero del presidio sotto la gru, detenuti nei Cie di Milano, Torino e Gradisca d’Isonzo. Sono tutti seguiti da avvocati. Quanto a Singh, sceso dalla gru il 10 novembre e subito portato in questura, si trova ancora lì. «Lo stanno interrogando – spiega Felice – E’ stato già processato per direttissima e condannato a sei mesi di carcere in condizionale, poi è stato portato dal giudice di pace che ne ha chiesto l’espulsione. Per ora non sappiamo nulla di più».
Nel frattempo, anche a Milano la vita sopra e sotto la torre ex Carlo Erba di via Imbonati si organizza. Venerdì 12 si balla in piazza con Ttb, un cantante congolese, e il gruppo ecuadoregno Destinity flow. Sabato mattina, dalle 9,30 ci sarà il corso dell’Università migrante. A fare da docenti i migranti e le migranti del presidio. Dalle 18,30, jazz.
Da Bologna e dal resto d’Italia, la solidarietà fa rete attorno a Brescia. Dal 30 ottobre ad oggi ci sono state più di trenta iniziative in Italia, c’è stato anche un presidio a Parigi davanti all’ambasciata italiana. «Questo slancio – sottolinea Felice – ci dà speranze e ci spinge a continuare. Siamo in collegamento costante con moltissime città, a partire da Milano e Bologna. La lotta ormai va ben oltre Brescia, e i media finalmente ci vedono. Oltre a quelli nazionali, anche Cnn, Al Jazeera, Euronews, France presse…Ora si tratta di riaprire la questione migrante e fare in modo che i migranti truffati con la sanatoria ottengano il permesso di soggiorno». E si comincia dalla manifestazione di Bologna.